Editoriale
Editoriale

Cosa ci aspetta? Insegnamenti, previsioni e interventi per il 2026

16 Dec 2025

Dall'editoriale di Guido Lazzarelli

E siamo come di consueto ai saluti di fine anno: tempo di bilanci e valutazioni, di analisi e propositi.

A questo proposito, anche quest’anno Ebit Lazio ha voluto dedicare un momento di analisi e approfondimento a consuntivo del proprio anno di attività. 

Lo scorso 17 novembre presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma, alla presenza dei rappresentanti dell’Ente e delle parti sociali, sono stati presentati due strumenti importanti voluti dalle Parti costitutive: l’Osservatorio Territoriale, giunto al suo ottavo anno, che costituisce uno stimolo importante per le Parti sociali, ma soprattutto un supporto per le Istituzioni che governano i fenomeni macro-economici e occupazionali, unitamente, quest’anno ad una ricerca, un Report, avente l’obiettivo di identificare i principali trend tecnologici, ambientali, demografici e organizzativi che guideranno la trasformazione del settore in Italia e, in particolare, nel Lazio. Ne parliamo anche a pagina 8.

Entrambi gli strumenti rappresentano importanti indicatori per le decisioni degli Organi di Ebit per orientare al meglio la destinazione delle risorse per lavoratori e imprese, previste dallo statuto di Ebit in conformità alle disposizioni della contrattazione collettiva nazionale e territoriale.
È questo, infatti, il periodo dell’anno in cui si definisce il budget e con esso la programmazione delle attività dell’Ente.

Soffermandoci sul report, esso offre un’analisi predittiva dell’evoluzione del lavoro nel settore terziario per il decennio 2025-2035, utilizzando una metodologia innovativa, predittiva. Un esempio di utilizzo utile e virtuoso dell’Intelligenza Artificiale. In base a queste analisi, emerge che il contesto di riferimento conferma il Terziario come motore trainante dell’economia laziale e nazionale, ma esposto a quattro grandi transizioni: digitale, ecologica, demografica e organizzativa. 

Questo modello predittivo identifica i fattori che impatteranno maggiormente il settore:

  • Accelerazione Tecnologica e Iperconnettività: È il fattore dominante, con un impatto stimato superiore al 90% su tutti i comparti (Commercio, Servizi Knowledge Intensive, Altri Servizi).
  • Transizione Ecologica: Spinge verso la sostenibilità e l’economia circolare, influenzando particolarmente il commercio (logistica verde) e la consulenza (ESG).
  • Invecchiamento Demografico: Modifica la domanda di servizi (es. silver economy) e riduce la disponibilità di forza lavoro giovane, accentuando la necessità di automazione e welfare.

Le previsioni al 2035 delineano, pertanto, un mercato del lavoro fortemente polarizzato:

  • Professioni in Espansione (ca. 30%): Crescita robusta per i ruoli ad alta qualificazione e specializzazione tecnica. 
    Settori trainanti: ICT, Consulenza avanzata, Marketing digitale, Green Economy.
    Figure chiave: Data Analyst, Esperti di AI, Sustainability Manager, Specialisti di Cybersecurity.
  • Professioni in Contrazione (ca. 50%): Forte rischio di obsolescenza per mansioni routinarie, amministrative e a basso valore aggiunto, sostituibili dall’automazione (es. data entry, segreteria generica, operatori di sportello tradizionali).
  • Stabilità (ca. 20%): Riguarda professioni che, pur non crescendo, mantengono una funzione essenziale e difficilmente automatizzabile (es. alcune professioni di cura e manutenzione specializzata).

Se l’analisi si concentra sui settori nei quali si caratterizza il nostro mondo abbiamo che:

  • Commercio: Si prevede un calo delle figure esecutive di vendita tradizionale a favore di ruoli ibridi che gestiscono l’omnicanalità (integrazione negozio fisico/online) e la logistica dell’ultimo miglio.
  • Servizi Knowledge Intensive: È il comparto più dinamico, con una domanda quasi esclusivamente orientata a profili high-skill (STEM, analisti, consulenti strategici).
  • Altri Servizi: Cresce la domanda legata ai servizi alla persona e alla cura, ma con una richiesta sempre maggiore di competenze digitali di base e soft skill relazionali.

Infine, tutte queste trasformazioni comportano, anzi impongono una inevitabile metamorfosi di competenze (Skillset). Il report evidenzia un cambiamento radicale nel mix di competenze richieste (+80% di rilevanza per le skill digitali e trasversali).

  • Competenze “Vincenti”:
    Analisi Dati e AI: Capacità di interpretare dati per migliorare i processi (+82%).
    Digital Soft Skills: Collaborazione in ambienti virtuali, governance data-driven.
    Sostenibilità: Gestione di pratiche green e normative ESG.
    Intelligenza Emotiva: Cruciale per gestire relazioni complesse non automatizzabili.
  • Competenze “Perdenti” (Obsolescenza):
    Compilazione manuale di documenti (-71%).
    Gestione telefonica standardizzata e front-desk generico.
  • Procedure operative ripetitive.

Le nuove figure professionali non nascono dal nulla, ma attraverso tre meccanismi evolutivi:

  • Distacco: Una competenza specifica diventa una professione autonoma (es. AI-Augmented Customer Advisor che evolve dall’addetto vendite).
  • Fusione: Più ruoli convergono in uno (es. Omnichannel Service Strategist, che unisce vendita, marketing e customer care).
  • Ibridazione: Un ruolo tradizionale assorbe competenze esterne (es. AI-Empowered HR Facilitator, un HR che usa l’analisi predittiva).

Il report denuncia infine, un disallineamento preoccupante tra formazione e lavoro:

  • ITS (Istituti Tecnici Superiori): Si confermano il modello più efficace. L’indice di mismatch è il più basso, grazie alla flessibilità e al legame con le imprese.
  • Università (Lauree Magistrali): Registrano paradossalmente i tassi di mismatch più alti (rischio overeducation e overskilling). I laureati spesso possiedono titoli elevati ma carenze nelle competenze pratiche e digitali specifiche richieste dal terziario moderno.

Cosa dobbiamo trarre da questo prezioso e in parte allarmante lavoro? Che per governare questa transizione, c’è bisogno di:

  • Investimento massiccio nel Lifelong Learning: La formazione non finisce con la scuola ma deve essere continua, per contrastare la rapida obsolescenza delle competenze.
  • Riforma dei Curricula: Integrare competenze digitali e green in tutti i percorsi, specialmente quelli umanistici e liceali.
  • Ruolo della Bilateralità: Gli Enti Bilaterali sono infrastrutture cruciali per monitorare i fabbisogni e finanziare la formazione mirata, agendo da ponte tra imprese e lavoratori.

Partendo da questo ultimo rilevo, anche quest’anno il nostro Ente, per fronteggiare i bisogni emergenti, di carattere professionale e di carattere sociale, procederà al potenziamento economico e organizzativo di almeno due servizi: la Formazione che cercherà di sintonizzarsi con quanto emerso dalla ricerca predittiva e il welfare. 

Rispettivamente verranno dedicate risorse pari a 1.870.000 e 1.480.000 (contro 1.715.000 e 1.310.000 del budget 2025). 

Cioè investiremo oltre il 9% in più in formazione e oltre il 12% in più per i servizi di welfare.

Attenzione ai bisogni e attenzione alla crescita.

Auguri a tutti!!!