Cosa ci aspetta? Insegnamenti, previsioni e interventi per il 2026
Dall'editoriale di Guido Lazzarelli
E siamo come di consueto ai saluti di fine anno: tempo di bilanci e valutazioni, di analisi e propositi.
A questo proposito, anche quest’anno Ebit Lazio ha voluto dedicare un momento di analisi e approfondimento a consuntivo del proprio anno di attività.
Lo scorso 17 novembre presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma, alla presenza dei rappresentanti dell’Ente e delle parti sociali, sono stati presentati due strumenti importanti voluti dalle Parti costitutive: l’Osservatorio Territoriale, giunto al suo ottavo anno, che costituisce uno stimolo importante per le Parti sociali, ma soprattutto un supporto per le Istituzioni che governano i fenomeni macro-economici e occupazionali, unitamente, quest’anno ad una ricerca, un Report, avente l’obiettivo di identificare i principali trend tecnologici, ambientali, demografici e organizzativi che guideranno la trasformazione del settore in Italia e, in particolare, nel Lazio. Ne parliamo anche a pagina 8.
Entrambi gli strumenti rappresentano importanti indicatori per le decisioni degli Organi di Ebit per orientare al meglio la destinazione delle risorse per lavoratori e imprese, previste dallo statuto di Ebit in conformità alle disposizioni della contrattazione collettiva nazionale e territoriale.
È questo, infatti, il periodo dell’anno in cui si definisce il budget e con esso la programmazione delle attività dell’Ente.
Soffermandoci sul report, esso offre un’analisi predittiva dell’evoluzione del lavoro nel settore terziario per il decennio 2025-2035, utilizzando una metodologia innovativa, predittiva. Un esempio di utilizzo utile e virtuoso dell’Intelligenza Artificiale. In base a queste analisi, emerge che il contesto di riferimento conferma il Terziario come motore trainante dell’economia laziale e nazionale, ma esposto a quattro grandi transizioni: digitale, ecologica, demografica e organizzativa.
Questo modello predittivo identifica i fattori che impatteranno maggiormente il settore:
- Accelerazione Tecnologica e Iperconnettività: È il fattore dominante, con un impatto stimato superiore al 90% su tutti i comparti (Commercio, Servizi Knowledge Intensive, Altri Servizi).
- Transizione Ecologica: Spinge verso la sostenibilità e l’economia circolare, influenzando particolarmente il commercio (logistica verde) e la consulenza (ESG).
- Invecchiamento Demografico: Modifica la domanda di servizi (es. silver economy) e riduce la disponibilità di forza lavoro giovane, accentuando la necessità di automazione e welfare.
Le previsioni al 2035 delineano, pertanto, un mercato del lavoro fortemente polarizzato:
- Professioni in Espansione (ca. 30%): Crescita robusta per i ruoli ad alta qualificazione e specializzazione tecnica.
Settori trainanti: ICT, Consulenza avanzata, Marketing digitale, Green Economy.
Figure chiave: Data Analyst, Esperti di AI, Sustainability Manager, Specialisti di Cybersecurity. - Professioni in Contrazione (ca. 50%): Forte rischio di obsolescenza per mansioni routinarie, amministrative e a basso valore aggiunto, sostituibili dall’automazione (es. data entry, segreteria generica, operatori di sportello tradizionali).
- Stabilità (ca. 20%): Riguarda professioni che, pur non crescendo, mantengono una funzione essenziale e difficilmente automatizzabile (es. alcune professioni di cura e manutenzione specializzata).
Se l’analisi si concentra sui settori nei quali si caratterizza il nostro mondo abbiamo che:
- Commercio: Si prevede un calo delle figure esecutive di vendita tradizionale a favore di ruoli ibridi che gestiscono l’omnicanalità (integrazione negozio fisico/online) e la logistica dell’ultimo miglio.
- Servizi Knowledge Intensive: È il comparto più dinamico, con una domanda quasi esclusivamente orientata a profili high-skill (STEM, analisti, consulenti strategici).
- Altri Servizi: Cresce la domanda legata ai servizi alla persona e alla cura, ma con una richiesta sempre maggiore di competenze digitali di base e soft skill relazionali.
Infine, tutte queste trasformazioni comportano, anzi impongono una inevitabile metamorfosi di competenze (Skillset). Il report evidenzia un cambiamento radicale nel mix di competenze richieste (+80% di rilevanza per le skill digitali e trasversali).
- Competenze “Vincenti”:
Analisi Dati e AI: Capacità di interpretare dati per migliorare i processi (+82%).
Digital Soft Skills: Collaborazione in ambienti virtuali, governance data-driven.
Sostenibilità: Gestione di pratiche green e normative ESG.
Intelligenza Emotiva: Cruciale per gestire relazioni complesse non automatizzabili. - Competenze “Perdenti” (Obsolescenza):
Compilazione manuale di documenti (-71%).
Gestione telefonica standardizzata e front-desk generico. - Procedure operative ripetitive.
Le nuove figure professionali non nascono dal nulla, ma attraverso tre meccanismi evolutivi:
- Distacco: Una competenza specifica diventa una professione autonoma (es. AI-Augmented Customer Advisor che evolve dall’addetto vendite).
- Fusione: Più ruoli convergono in uno (es. Omnichannel Service Strategist, che unisce vendita, marketing e customer care).
- Ibridazione: Un ruolo tradizionale assorbe competenze esterne (es. AI-Empowered HR Facilitator, un HR che usa l’analisi predittiva).
Il report denuncia infine, un disallineamento preoccupante tra formazione e lavoro:
- ITS (Istituti Tecnici Superiori): Si confermano il modello più efficace. L’indice di mismatch è il più basso, grazie alla flessibilità e al legame con le imprese.
- Università (Lauree Magistrali): Registrano paradossalmente i tassi di mismatch più alti (rischio overeducation e overskilling). I laureati spesso possiedono titoli elevati ma carenze nelle competenze pratiche e digitali specifiche richieste dal terziario moderno.
Cosa dobbiamo trarre da questo prezioso e in parte allarmante lavoro? Che per governare questa transizione, c’è bisogno di:
- Investimento massiccio nel Lifelong Learning: La formazione non finisce con la scuola ma deve essere continua, per contrastare la rapida obsolescenza delle competenze.
- Riforma dei Curricula: Integrare competenze digitali e green in tutti i percorsi, specialmente quelli umanistici e liceali.
- Ruolo della Bilateralità: Gli Enti Bilaterali sono infrastrutture cruciali per monitorare i fabbisogni e finanziare la formazione mirata, agendo da ponte tra imprese e lavoratori.
Partendo da questo ultimo rilevo, anche quest’anno il nostro Ente, per fronteggiare i bisogni emergenti, di carattere professionale e di carattere sociale, procederà al potenziamento economico e organizzativo di almeno due servizi: la Formazione che cercherà di sintonizzarsi con quanto emerso dalla ricerca predittiva e il welfare.
Rispettivamente verranno dedicate risorse pari a 1.870.000 e 1.480.000 (contro 1.715.000 e 1.310.000 del budget 2025).
Cioè investiremo oltre il 9% in più in formazione e oltre il 12% in più per i servizi di welfare.
Attenzione ai bisogni e attenzione alla crescita.
Auguri a tutti!!!