La contrattazione collettiva nel settore terziario: una comparazione empirica
In occasione dei vent’anni dalla propria costituzione l’Ente Bilaterale del terziario del Lazio vuole fare il punto della diffusione e della fidelizzazione degli strumenti contrattuali, e la bilateralità rappresenta proprio una delle significative novità introdotte dalla contrattazione collettiva e poi considerata anche dal legislatore.
La costituzione degli enti e dei fondi bilaterali ha rappresentato un percorso di relazioni industriali di carattere meno conflittuale rispetto al passato, che ha portato le parti sociali a gestire costruttivamente le dinamiche nei contesti di lavoro, attraverso regole e procedure condivise, e attraverso la previsione di servizi e tutele a beneficio di lavoratori e imprese, concretizzando in tal modo forme di “welfare territoriale”. La bilateralità vuole essere l’occasione, in altre parole, per incrementare la qualità della contrattazione collettiva.
La ricerca che verrà presentata nelle pagine successive è stata commissionata per verificare se effettivamente questa qualità contrattuale viene percepita dai soggetti destinatari della contrattazione collettiva o se invece sono altri gli elementi che vengono ricercati e soprattutto apprezzati in un contratto collettivo. E qui si pone il tema del c.d. dumping contrattuale, cioè della competizione al ribasso. In particolare l’esito della ricerca vuole mettere in evidenza quali possono essere le ragioni che allontanano le imprese dall’applicazione del contratto collettivo che, secondo quelli che dovrebbero essere i parametri di misurazione, possiamo considerare il contratto collettivo sottoscritto da organizzazioni comparativamente più rappresentative.
Questo avverbio e questo aggettivo – comparativamente e più rappresentativo – sono il criterio che il legislatore degli ultimi anni ha individuato come linea di demarcazione tra gli strumenti di contrattazione collettiva e di bilateralità meritevoli di tutela da parte del legislatore e di normative premianti rispetto a tutti gli altri. Negli ultimi dieci anni c’è stata una proliferazione di contratti collettivi sottoscritti anche da pochi soggetti sia dal punto di vista della rappresentanza datoriale, che da quella sindacale, i quali hanno cercato la loro legittimazione prima attraverso la sottoscrizione di un contratto collettivo e poi eventualmente nella misurazione della propria diffusione territoriale ed effettiva rappresentatività. La ricerca ci dirà se la direzione che si sta prendendo nella nostra regione è volta al riconoscimento della qualità della contrattazione collettiva e della bilateralità, o alla mera convenienza rappresentata dal perseguimento del basso costo, in assenza di interventi normativi ed amministrativi che possano arginare il dumping contrattuale.
Per parte di Ebit Lazio, la ricorrenza del compimento dei 20 anni ci spinge a esercitare sempre meglio il ruolo di amministratori di risorse che, le parti contrattuali, hanno pensato per innalzare la qualità della contrattazione a beneficio di lavoratori ed imprese.